Alla luce di una normativa sanitaria sempre più complessa e in continua evoluzione, l’apertura di uno studio medico-odontoiatrico crea incertezza e confusione. Capita - spesso - che i medici non abbiano chiari i passi da compiere e per questo, fare luce sugli aspetti più salienti dell’apertura di uno studio medico, riduce al minimo errori, sprechi di tempo e di denaro.
Il primo grande ostacolo: la scelta dell’Immobile
Che l’immobile sia fronte strada o all’interno di un condominio, poco importa alla normativa sanitaria. La prima attenzione da porre è nella destinazione d’uso dell’immobile, che si traduce - catastalmente - nella scelta di un A10 o C1 (l’abitazione è permessa solo per uso promiscuo) e nello studio dello “storico urbanistico” e del regolamento di condominio, affinché non risultino elementi ostativi che impediscano l’apertura di un’attività sanitaria.
Dopo l’individuazione dell’immobile, si procede con una progettazione nel rispetto dei requisiti minimi
Individuato l’immobile è fondamentale passare all’azione con un progetto architettonico che tenga conto delle norme nazionali, regionali e comunali, che suddivida gli spazi e rispetti - ad esempio - la presenza di: una sala d’attesa/accettazione, dei servizi (bagni e spogliatoi), delle sale operative con una superficie di almeno 9 mq e un’altezza non inferiore a 2.70 m, un’illuminazione e una ventilazione naturale. Nella distribuzione degli spazi non vanno dimenticati quelli funzionali all’attività sanitaria, come il magazzino, i depositi vari e i locali tecnici (server, sterilizzazione, sala per ortopanoramica, etc.). Per la progettazione dell’impianto elettrico occorre un progettista iscritto all’Albo professionale e in presenza di apparecchi elettromedicali vanno seguiti particolari accorgimenti tecnici.
Dalla progettazione alla realizzazione: a cosa prestare attenzione?
Una volta che la divisione degli spazi e gli impianti sono definiti, il progettista stilerà dei computi metrici che saranno utilizzati per richiedere i preventivi dei lavori alle imprese di ristrutturazione. È importante che le imprese incaricate posseggano tutte le abilitazioni necessarie per poter rilasciare - una volta terminati i lavori - le dichiarazioni di conformità di ciò che è stato realizzato. L’avvio dei lavori parte con la presentazione delle pratiche urbanistico-edilizie (C.I.L.A, S.C.I.A., …) presso il comune di riferimento ed è consigliato verificare - con anticipo - i tempi attesi, dalla loro presentazione all’avvio dei lavori.
Una volta che l’immobile è adeguato, si comunica all’Ente preposto l’avvio dell’attività medica
Conclusi i lavori e allestito lo studio si può procedere con la presentazione della pratica amministrativa di avvio attività all’ASL, Comune o Regione. Per le modalità di presentazione e le tempistiche di apertura - quasi sempre immediate - si farà riferimento alla regione in cui si opera.
di Marco Trotta, CEO & Founder Medup