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La BCE rialza i tassi:
le conseguenze sui risparmiatori

Gli effetti del conflitto Russia-Ucraina, l’inflazione nell’Eurozona sempre più alta, la corsa sfrenata dei prezzi al consumo ed in ultimo il rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea: cambiano le carte in tavola per i risparmiatori. Ma come? Investire oggi spiega che: “fino al 21 luglio scorso, nell’Eurozona imperavano dal 2014 i tassi negativi. Le banche che depositavano la liquidità in eccesso a Francoforte, non solo non ricevevano alcun interesse, ma addirittura finivano per pagare esse alla BCE fino allo 0,50% delle somme. A cascata, ciò ha avuto riflessi negativi sul conto in banca di ciascuno di noi. Le banche non avevano alcuna convenienza a detenere liquidità eccedente i rispettivi fabbisogni, in quanto essa si rivelava costosa. Peraltro, la stessa BCE prestava loro denaro a costo zero in via ordinaria e solamente allo 0,25% attraverso i prestiti marginali”.

Il rialzo dei tassi

Dopo aver alzato i tassi d’interesse a luglio di 50 punti base, per la prima volta dopo undici anni in cui erano rimasti nulli, la Bce proseguirà con un ulteriore rialzo di 75 punti: i tassi di interesse europei arriveranno ad 1,25%, con ulteriori rialzi previsti nei prossimi mesi. Si tratta di una misura pensata per aiutare a combattere l’inflazione, ma le conseguenze sulla vita dei cittadini e dei risparmiatori non saranno indolori. Vediamo le principali:

  • per chi possiede un conto in banca: le condizioni di mercato si evolveranno positivamente: gli istituti di credito non avranno più grosse remore a raccogliere più liquidità dello stretto dovuto, così come troveranno più conveniente rivolgersi alla clientela anziché alla BCE. A questo punto, i tassi sui depositi vincolati potranno salire con maggiore convinzione rispetto ai mesi scorsi.
  • Per chi possiede un mutuo variabile: l’effetto sarà più marcato. Questo perché le rate variano in funzione dei tassi di riferimento del mercato e dunque un rialzo di questi ultimi renderà le rate del mutuo più salate. Secondo le stime di itsi prevede un aumento dai 32 ai 49 euro mensili – a seconda della durata del finanziamento – per i mutui che partono da 140mila euro e dai 78 agli 88 euro per i mutui da 250mila euro.
  • gli effetti sui prestiti al consumo, che a differenza dei mutui non hanno un legame diretto con i tassi di interesse e tradizionalmente si adeguano con più lentezza ai rialzi, saranno più contenuti. Secondo le rilevazioni di Prestitionline, per un lavoratore quarantenne, che richiede un prestito di liquidità a 10 anni, il tasso medio comprensivo di tutte le spese attualmente disponibile sul mercato è fisso a 6,72%. Con un rialzo di 75 punti base, ci si attende che la rata mensile aumenti da 112 a 119 euro al mese. 

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