L’emergenza Coronavirus da un lato, l’obiettivo di evitare la sovrapposizione delle due malattie dall’altro. Sta per scattare la corsa al vaccino. Cosa cambia con il Covid? Ne abbiamo parlato con Filippo Anelli, presidente FNOMCeO.
Quest'anno i vaccini ordinati dalle Regioni sono tantissimi: ben 16,7 milioni di dosi. Una cifra enorme, se si considera che lo scorso anno, si arrivava a malapena a 10 milioni. La pandemia ha decisamente sensibilizzato gli italiani, che sono più propensi a vaccinarsi per l'influenza. I timori legati al covid insieme alle campagne di sensibilizzazione delle Asl e delle Regioni hanno aumentato l'adesione, che negli ultimi tempi era stata bassa.
Il presidente FNOMCeO, Filippo Anelli, intervistato da Club Medici, commenta così la situazione: "Mi auguro una corsa al vaccino perché aiuterebbe molto noi medici nel fare diagnosi corrette. Poniamo questo esempio: se ho delle manifestazioni di febbre e tosse, ma sono vaccinato, mi orienterò più facilmente sulla diagnosi del covid. In caso contrario sarà più complicato barcamenarsi e stabilire la patologia corretta. Inoltre bisogna ricordare che la vaccinazione antinfluenzale non aiuta solo i medici, ma anche i cittadini, perché riducendo la possibilità di prendere l’influenza, certamente si abbassa anche il rischio di avere complicazioni. La vaccinazione è un beneficio di cui tenere conto, soprattutto ora, perché eviterà di affrontare una malattia che costringe a letto milioni di persone e che avrà un calo delle difese immunitarie, una conseguenza da evitare, soprattutto ora".
Ma a poche settimane dall'inizio dell'autunno sono però ancora molte le criticità: il servizio pubblico ha ordinato praticamente tutte le dosi disponibili e quindi non ne sono rimaste a sufficienza per le farmacie, alle quali si rivolgono coloro che non ricevono il vaccino gratuitamente dalla Asl attraverso il proprio medico di famiglia. La conferenza Stato-Regioni ha chiuso l'intesa per rivedere la quota delle dosi dei vaccini influenzali da destinare al sistema territoriale, decidendo di consegnarne ai privati l'1,5%, che equivale a circa 250mila dosi. "Troppo poche" protestano i farmacisti, "ce ne vogliono 1,5 milioni".
A cura dell'Ufficio Stampa Club Medici