Pittura, recitazione, ricerca artistica ed introspettiva. L’arte diventa cura per i tanti allievi e frequentatori del “Salotto dell’arte”, l’associazione romana di cui la Dottoressa Maria Immacolata Ermando è diventata recentemente presidente. In questa intervista ci racconta la sua passione per queste discipline e gli straordinari percorsi di guarigione che hanno visto protagonisti i suoi allievi.
Cos’è il “Salotto dell’arte” e di cosa si occupa l’associazione?
Siamo un’Associazione culturale che si occupa di arte in genere, non solo pittorica con mostre o corsi di pittura, ma portiamo avanti anche dei corsi teatrali, presentazioni di libri e conferenze. Dipingo da molti anni ed ho realizzato mostre di grande successo; il presidente dell’associazione è stato un mio insegnate dunque l’ho seguito e adesso, da quando lui non c’è più, mi sto facendo carico io dell’Associazione. Vorrei portare avanti la sua filosofia. Lo scorso anno Club Medici ha concesso il gratuito patrocinio alla mostra "Arte e Solidarietà": è stata una splendida mostra, con ottimi riscontri da parte di chi è venuto a vederla qui a Roma, e contiamo di replicare l’iniziativa già ad ottobre, se sarà possibile.
Arte e medicina. Quale relazione?
Strettissima. Nelle persone che hanno avuto problemi, sia psicologici che organici, la pittura ed il teatro hanno contribuito moltissimo. Lo stato di salute di questi pazienti ha avuto un miglioramento impressionanti. Vi faccio un esempio: tra i nostri allievi di teatro abbiamo un paziente che, quando è arrivato qui circa cinque anni fa, soffriva di balbuzie molto forte ed ora è completamente scomparsa. Si portava avanti questo problema da quando era giovanissimo mentre ora, alla soglia dei 60 anni, ha risolto completamente questo problema. Così pure delle allieve che fanno chemioterapia hanno deciso di frequentare il corso di pittura proprio per una questione di benessere psicologico. Con queste attività hanno la possibilità di rilassarsi, di stare in compagnia, di distogliere la mente dalla malattia. Anche sui bambini dislessici abbiamo notato una perfetta integrazione con tutto il gruppo di allievi e dei significativi miglioramenti del loro stato di salute.
Lo stesso vale per i medici?
Assolutamente sì! Posso dire di aver consigliato in prima persona a tanti miei colleghi, medici di base e non solo, di frequentare questi corsi, innanzitutto per loro stessi, per impiegare al meglio il loro tempo libero e coltivare la loro anima. Ma anche per l’empatia che queste attività possono generare: la relazione con i pazienti migliora notevolmente. Dobbiamo cominciare a considerare l’arte come strumento di cura della psiche e quindi del paziente. Può davvero fare la differenza.
Che tipo di ruolo può svolgere in questo senso un portale come Cultura è Salute?
Lo ritengo un ottimo portale, dà modo di far conoscere le diverse associazioni. Noi stessi con il “Salotto dell’arte” abbiamo deciso di aderire proprio per far emergere le nostre attività, alle quali dedichiamo moltissimo tempo perché siamo convinti che questo tipo di iniziative siano assolutamente virtuose e fondamentali per la cura delle persone. “Cultura è Salute” potrebbe diventare in tal senso un bel collante tra le varie associazioni, metterle in relazione tra loro ed incentivare gli operatori a dedicarsi a queste attività.
A cura dell’Ufficio Stampa Club Medici