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La prova del nove:
si torna in classe

Dal 14 settembre hanno riaperto molti istituti in tutta Italia. Ma le scuole post-covid sono davvero sicure? Abbiamo raccolto i pareri dei presidenti OMCeO di Roma, Milano e Napoli.

Antonio MagiPresidente OMCeO di Roma: “Ci auguriamo che innanzitutto sia garantito distanziamento, ma anche il controllo del personale docente, degli studenti e dei familiari. Se ci saranno delle verifiche costanti e serrate, allora le scuole saranno davvero dei luoghi sicuri. Ma non dobbiamo dimenticare che negli istituti ci sono comunque dei fattori di rischio: ogni anno vediamo con quanta facilità ci si ammala, non appena inizia il periodo delle influenze; questo avviene perché la scuola è un veicolo perciò soprattutto in questa fase occorre massima attenzione. Sono a favore della figura del sanitario, che come medico scolastico o come operatore sanitario, ha una funzione di vigilanza continua. Non solo: può e deve dare indicazioni pratiche, diventa un punto di riferimento per tutti. Una presenza che consente di agire in tempi rapidi in caso di necessità e ritengo che proprio la tempestività sia cruciale per la lotta a questo nuovo virus. Se ad oggi c’è un bambino positivo, si attiva immediatamente l’intera macchina, e questo è importantissimo per evitare un’eventuale catena di contagi”.

Roberto Carlo RossiPresidente OMCeO di Milano: “La situazione nelle scuole non pare così confortante, nel senso che ancora una volta registro varie problematiche e non c’è una visione chiara ed uguale per tutti. Soprattutto manca la consapevolezza del problema nei ragazzi giovani, abbiamo appena visto cos’è accaduto in estate, e in Lombardia vedo una grande leggerezza. I giovani qui non indossano la mascherina e questo, se lo proiettiamo sulla riapertura delle scuole, è molto grave: molti di loro sono asintomatici, portano in giro il virus, a casa, tra gli anziani che possono ammalarsi molto seriamente. Il solo fatto che l’età di questo contagio si sia enormemente abbassata, crea delle condizioni poco sicure. Ci vuole una sensibilizzazione importante sugli studenti, altrimenti le scuole chiuderanno dopo pochissimi giorni dalle riaperture. Credo moltissimo nella figura del sanitario nelle scuole; l’OMCeO di Milano parla da anni della reintroduzione del medico scolastico, anche prima che io diventassi presidente. Nessuno vuole introdurre la figura del medico scolastico com’era in passato, ovvero un paio d’ore in infermeria a giorni alterni, ma m’interessa che ci sia una figura di riferimento in questa precisa fase storica, affinché diventi un punto cardine in termini di educazione sanitaria e perché possa rappresentare un presidio per scovare eventuali contagiati. Educare correttamente il cittadino del domani, è fondamentale”.

Silvestro ScottiPresidente OMCeO di Napoli: “I protocolli che sono stati determinati hanno bisogno di un adattamento rispetto alle singole scuole. Ci sono aspetti ancora non affrontati che andrebbero invece risolti da subito. Mi riferisco ad esempio alle problematiche legate agli studenti con patologie croniche, che nel documento non vengono trattate nello specifico, quindi mancano alcuni dettagli importanti. Inoltre penso al discorso legato alla febbre con dimensione periferica, agli strumenti in dotazione agli istituti per una corretta sanificazione degli spazi, ai test sierologici sugli insegnanti, rispetto ai quali fino ad oggi è andata avanti una discussione che ritengo pretestuosa. Quello che viene fatto agli insegnanti, non è certo diagnostico perché lo screening va fatto su una larga fetta di popolazione; in più si avrà un dato, quello della scuola, da confrontare con i dati standard di pazienti di altre regioni e divisi per fasce d’età. Contiamo inoltre tutte le difficoltà legate al periodo, con un livello d’informazioni molto carente per gli insegnanti e la confusione generale sul tema. Certamente in questa fase può essere di grande supporto la figura del sanitario negli istituti, che rientra anche nella legge Balduzzi, quindi già è previsto che si coordini con i medici di territorio. Si va a recuperare una figura che potenzia il welfare territoriale”.

A cura dell’Ufficio Stampa Club Medici

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