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L'ARTE COME CURA
l'ntesa tra il MArTA e la ASL di Taranto

Il Museo Archeologico Nazionale MArTA ha riaperto al pubblico dopo i mesi del lockdown. Una ripresa con tante novità, tra le quali la firma del protocollo d’intesa con la ASL di Taranto per promuovere azioni comuni finalizzate all’accessibilità e all’inclusione culturale per pazienti, ospiti di strutture, anziani, disabili. Ne abbiamo parlato con la direttrice Eva Degli Innocenti.

Siete finalmente ripartiti dopo i mesi di lockdown. Quali sono le principali novità per i visitatori del MArTA?

Abbiamo riaperto il 2 giugno ed era importante farlo con il concetto di “arte come cura”. Cura intesa come valorizzazione e tutela del patrimonio culturale, cura per l’anima perchè la cultura ci offre insegnamenti, promuove l’interazione e permette un arricchimento personale. Erano tutti elementi importanti per assicurare una rinascita socio-culturale ed anche economica del Paese. Abbiamo inteso la cultura come motore di sviluppo e come coscienza collettiva dell’individuo. Vorrei sottolineare il concetto del museo come luogo sicuro, nel quale abbiamo messo a punto protocolli di sicurezza, come termo scanner e termometro ad infrarossi, per garantire una migliore fruizione da parte del pubblico. Inoltre abbiamo offerto fin da subito un’alternativa ai visitatori, con il contingentamento degli ingressi e la prenotazione online, abbiamo creato degli abbonamenti ad hoc per famiglie, giovani, coppie, “corporate” dedicato alle aziende ed anche il “Forever Young” per gli over 65, specifico per gli anziani a tariffa agevolata. Abbiamo riaperto con una programmazione culturale molto variegata, ad esempio la visita ai tesori mai visti, che sono dei capolavori inediti ed il “FabLab”, l’unico all’interno di un museo nazionale italiano, che si occupa di stampati 3D. La risposta è stata fin da subito positiva: il nostro pensiero è stato garantire immediatamente un’offerta culturale molto ampia, anche rispetto al passato.

Inoltre avete siglato un protocollo d’intesa con la ASL di Taranto, con quale finalità?

Si tratta di una co-progettazione per studi e ricerche sugli effetti positivi delle visite svolte all’interno del museo. Avevamo infatti notato, dedicando una parte della nostra programmazione al pubblico con disabilità, che dopo le visite questi visitatori, affetti da patologie fisiche, affermavano di sentirsi meglio. Nelle schede di valutazione emergeva questo senso di benessere da parte loro ed allora ci siamo detti: uniamo le forze! C’è una equipe multi disciplinare che valuta proprio questi effetti positivi sulle persone; alcune ricerche internazionali sul rapporto tra arte e salute e sugli effetti positivi delle visite al museo, ci fanno pensare che sarebbe utile la prescrizione della visita al museo, da parte del medico curante, come terapia. E questo sulla scia di quanto già viene fatto in Canada, a Montreal: vorremmo arrivare anche noi a far comprendere che il museo cura, quindi la visita al museo può essere considerata una vera e propria terapia molto efficace. Ci siamo “serviti” dei dati dei colleghi canadesi per dimostrare i benefici di questa pratica. Inoltre vogliamo rendere i luoghi culturali accessibili a tutti; con i nostri laboratori cerchiamo d’incrementare proprio il potenziale creativo, artistico ed intellettuale ed anche in questo caso è l’esperienza empirica a darci ragione: spesso ci interfacciamo con delle cooperative che ospitano pazienti psichiatrici ed anche qui gli effetti sono positivi. Abbiamo realizzato anche un progetto per l’autismo con i ragazzi e i bambini che permetterà ancora meglio di implementare questo discorso.

Un’iniziativa che testimonia come la cultura e la salute siano sempre più correlate. L’inclusione culturale del paziente cosa significa?

Ci sono tante esperienze diverse che testimoniano il benessere dei pazienti e stiamo studiando scientificamente le emozioni che abbiamo raccolto finora. Da ricerche anglosassoni e canadesi è dimostrato che questo rapporto tra arte e salute esiste ed è molto forte. L’arte è una cura a tutti gli effetti perché lo stesso godimento estetico delle opere porta ad un rafforzamento delle difese immunitarie. Gli operatori sanitari hanno riscontrato nei pazienti delle comunità psichiatriche dei significativi miglioramenti già durante la settimana successiva alle attività culturali. Aumentava l’autonomia delle persone.

Cosa pensa del nostro portale “Cultura è Salute”?

E’ davvero molto innovativo, sono felice che sia nato un portale di questo tipo. Il legame è stretto tra la cultura e la salute, anche nella prevenzione delle malattie, e tutto questo può essere di grande aiuto in progetti sempre più organici. “Cultura è Salute” è importante perchè mette in relazione gli stakeholders e i soggetti che operano in tante diverse realtà; promuove il collegamento tra strutture che fanno cose simili, ma non si conoscono tra di loro. Questa relazione  può creare una base scientifica importante. Siamo molto contenti di aver conosciuto “Cultura è Salute” e le sue potenzialità! Mi auguro che sia sempre più conosciuto e diffuso da Nord a Sud e che possa fare da collante per le numerose associazioni sul territorio. 

A cura dell’Ufficio Stampa Club Medici

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