Le conseguenze della pandemia investono anche il settore immobiliare. I primi effetti cominciano già a farsi sentire e per il futuro i dati sono tutt’altro che rosei; nel 2020 il crollo dei prezzi sarà significativo e non andrà meglio per almeno i prossimi tre anni. Un discorso analogo riguarda anche gli affitti con le famiglie sempre più povere e sempre meno in grado di poter pagare.
In Italia i prezzi delle case scenderanno in misura significativa già nel corso del 2020, una tendenza particolarmente marcata al Nord, focolaio della pandemia, ed unica area del paese dove invece le quotazioni degli immobili erano in moderata espansione dalla fine dello scorso anno. Non sono quindi bastate le visite virtuali e gli acquisti di immobili on-line, che le agenzie hanno garantito in questi mesi: il calo delle compravendite oscillerà infatti tra le 40mila e le 110mila unità in meno che, in termini di fatturato, corrisponderà a quasi 20 miliardi in meno di volumi.
L’impatto del contagio sulla Lombardia toglierà inoltre a Milano tutti i “vantaggi” avuti sinora: la diminuzione dei prezzi nel capoluogo lombardo raggiungerà fino al 12%. A Roma andrà leggermente meglio ma comunque la riduzione dei prezzi oscillerà tra il 3% e il 10% da qui ai prossimi tre anni. Saranno meno toccate dal problema le piccole realtà ma sulle grandi metropoli la crisi si farà sentire molto.
Non va meglio sul fronte affitti: l'emergenza in molti casi ha reso difficile per molte famiglie italiane provvedere al versamento del canone di locazione mensile. Il governo ha previsto una serie di misure di sostegno per le fasce di reddito più basse ma la sensazione è che molte case si deprezzeranno ed aumenterà la richiesta di “affitti brevi”, ovvero solo di pochi mesi. Insomma, una pesante battuta d’arresto per un settore che, dopo il brusco calo del 24% delle quotazioni tra il 2010 e il 2019, stava tornando finalmente a vedere la luce.