Un’iniezione da circa 25 miliardi di euro, dei quali 3 miliardi e mezzo destinati alla sanità. Il decreto “Cura Italia”, varato dal governo come prima risposta all’emergenza Covid-19, prevede quattro aree principali d’intervento: sostegno a famiglie ed imprese, aiuti ai lavoratori, sospensione di alcune scadenze fiscali e sostegno al sistema sanitario nazionale e a tutti i medici ed infermieri che da settimane combattono instancabilmente il virus con competenza e determinazione.
Vediamo allora nel dettaglio le misure che interessano il comparto sanitario:
1) Maxi straordinari per medici ed infermieri: aumenta il valore orario delle prestazioni straordinarie svolte dal personale sanitario direttamente impiegato nella lotta al Covid-19. Lo stanziamento è di 15 milioni.
2) Sostegno alle famiglie con figli a casa mediante congedi speciali, retribuiti al 50% fino a 15 giorni o in alternativa un bonus “baby sitter” da 600 euro che sale a 1000 euro per medici e tecnici sanitari.
3) La laurea in Medicina diventa abilitante: ciò significa liberare immediatamente sul sistema sanitario l’energia di 10mila giovani medici che diventano subito operativi per far fronte alla carenza di camici bianchi
4) L’aggiunta di 320 unità di personale militare, di cui 120 medici e 200 infermieri, alla sanità pubblica. Contestualmente aumento delle risorse umane dell’Inail, con l’assunzione a tempo determinato di 200 medici specialisti e 100 infermieri da impiegare in assistenza e cure ambulatoriali agli infortuni sul lavoro.
5) La possibilità di mantenere in servizio il personale che ha raggiunto i requisiti per la pensione con incarichi di durata non superiore ai sei mesi e comunque entro il termine dello stato di emergenza.
6) Incentivi alla produzione di mascherine, che rappresentano ad oggi una delle emergenze più rilevanti, per consentire a tutti i medici e agli operatori sanitari di lavorare in assoluta sicurezza. I dispositivi andranno infatti prioritariamente a loro.
7) Possibilità di requisire alberghi, immobili e forniture mediche, da parte della Protezione Civile, fino al 31 luglio o comunque fino a fine emergenza per assicurare le forniture, implementare il numero di posti-letto specializzati per la cura del coronavirus ed ospitare persone in quarantena.
Altre e nuove risorse potrebbero essere messe in campo già nel mese di aprile ma questa volta non sarebbero ricavate dallo sforamento del deficit bensì grazie a fondi europei. Ancora una volta con grande attenzione per il mondo della sanità. Proprio tra le priorità indicate dal premier, Giuseppe Conte, c’è infatti quella di “far lavorare in sicurezza medici, infermieri e tutto il personale sanitario: siamo strenuamente impegnati” per questo ed è “l’unica cosa che conta” ha sottolineato il presidente del consiglio. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha poi chiarito che “Il decreto è solo la prima tappa, perché dopo servirà una fortissima spinta anche da parte dell’Europa, per la ripartenza del Paese”.
Che ci auguriamo tutti possa avvenire al più presto!