A chi non è mai capitato di trovarsi ricoverato in ospedale e soffrire per la separatezza dal mondo esterno e per uno spazio in cui non albergano né armonia né bellezza? E a quanti professionisti della salute è venuto in mente che forse tutti gli anni di studio dedicati a diventare un bravo medico, un bravo infermiere o terapista non siano stati sufficienti ad affrontare la prova più difficile, quella di decodificare il mondo e il comportamento delle persone che si hanno in cura? Ma proprio questa consapevolezza ha fatto sì che nel nostro Paese alberghino e si sviluppino iniziative, esperienze, buone pratiche che intrecciano le arti alla cura, la cultura alla salute, la formazione scientifica a quella umanistica. Purtroppo tale abbondare di iniziative si caratterizza per poca visibilità, scarsa continuità, mancanza di scambio di esperienze.
La buona notizia è che ora è nato il portale, www.culturaesalute.it, che consentirà a tutte le realtà che operano con la cultura sia a fini terapeutici, sia per la formazione sociosanitaria, di registrarsi, così da fare rete, scambiare buone pratiche, conoscersi e farsi conoscere.
Prima di proseguire mi presento. Provengo dal mondo delle biblioteche e ho combattuto una vita perché il libro e la lettura contaminassero come un virus l'intero tessuto sociale. Sono nata e vissuta a Roma, prima di trasferirmi ai Castelli Romani dove ho lavorato per tutta la mia vita professionale alla costruzione di un Consorzio di Biblioteche che è diventato l'esempio più avanzato nel Lazio di rete bibliotecaria, di cui ho fatto il direttore fino alla pensione. Nel 2013 ho avviato il progetto di «Biblioteca diffusa» che prevedeva la presenza delle biblioteche pubbliche in luoghi altri dalle sedi tradizionali, attraverso un rapporto di collaborazione pubblico/privato. Abbiamo aperto biblioteche dai parrucchieri, nelle palestre, nelle sedi di associazioni culturali. E anche presso il Policlinico di Tor Vergata di Roma: in tale occasione sono entrata in rapporto con «Club Medici», che ha sostenuto, per i quattro anni di apertura del servizio bibliotecario destinato ai pazienti, l'onere economico del personale necessario. Quando sono andata in pensione, ho pensato di non "sprecare" le competenze acquisite negli anni di lavoro bibliotecario e ho proposto a «Club Medici» una collaborazione che mi permettesse di portare avanti il progetto di biblioteca in ospedale, allargandone però l'orizzonte. È nato così «Cultura è Salute», il «primo network nazionale di arti e cultura per il benessere», che ha previsto anche la realizzazione del portale. In pratica abbiamo trasferito un modello vincente nel mondo delle biblioteche - quello di metterle in rete, per dare al cittadino servizi sempre più performanti - nel mondo delle realtà culturali che operano per il benessere delle persone nell'ambito della salute.
Ho trovato in Club Medici accoglienza e condivisione, e insieme abbiamo avviato un progetto che guarda all'arte, alla letteratura, alla musica e al teatro come formidabili alleati nei processi di cura e riabilitazione, nella formazione del medico, per il benessere della persona e per l'umanizzazione dei luoghi di cura. Si sta così creando un network nazionale tra tutti coloro che condividono la necessità di coniugare cultura e salute e che ricercano, progettano e producono eventi. Il portale, alla cui realizzazione ha contribuito Dell Technologies, ha un comitato scientifico che opererà da filtro e garanzia di coerenza per l'ingresso nella rete. Ad occuparsi di tutto questo sarà l’Associazione Club Medici, che ha destinato risorse e competenze per l'avvio e la cura di «Cultura è Salute» e che garantisce per la sua continuità e il suo sviluppo. Il nostro augurio è che questo possa essere il catalizzatore di un movimento che introduca in modo strutturato le arti nei percorsi di cura e formazione.
#lamiabuonanotizia di Ester Dominici
*Responsabile Cultura e Formazione Club Medici.