Essere definiti “cattivi pagatori” è l’incubo ricorrente di ogni italiano. Spesso ci si ritrova nella black list senza neanche saperlo. Bastava una rata non pagata per essere definito cronicamente moroso; e un professionista vedeva la sua reputazione creditizia bollata e compromessa.
Le nuove regole per la segnalazione in Crif e i tempi della cancellazione sono stati stabiliti dal Garante della privacy d’intesa con le associazioni di categoria e sono state scritte tenendo ben in mente il Gdpr, il regolamento che ha introdotto una disciplina della protezione dei dati personali per tutelare gli interessati da furti di dati o consultazioni non autorizzate.
I nomi degli inadempienti e i dati dei loro “ammanchi” non resteranno per sempre in questa banca dati che è consultabile da tutti gli istituti creditizi quando viene richiesto un prestito di qualsiasi genere.
Ottenere crediti per chi è segnalato è impossibile infatti. La nuova norma per prima cosa introduce tempi certi di conservazione nell’archivio al termine dei quali dovranno essere eliminati.
Si rimane segnalati in Crif per un tempo diverso in base alla gravità dell’inadempimento o al tipo di finanziamento richiesto, in modo da evitare che, ad esempio, chi ha saltato solo la corresponsione di una rata in seguito rimborsata e sanata, venga equiparato ad un moroso cronico senza un reale controllo.
I nuovi tempi di conservazione che entreranno in vigore a breve (il nuovo Codice deontologico è già stato approvato con l’impegno delle associazioni di categoria ad applicarlo) sono i seguenti:
- in caso di richiesta di un prestito: massimo 180 giorni, che si riducono a 90 se la richiesta non è accolta oppure l’interessato rinuncia prima dell’erogazione;
- se il prestito viene integralmente rimborsato senza ritardi: non oltre 5 anni dalla data di scadenza del contratto (il tempo può allungarsi se in Crif ci sono informazioni di mancati pagamenti dello stesso debitore relativi ad altri contratti);
- se i pagamenti vengono eseguiti in ritardo non superiore a due rate o due mesi, entro i quali le insolvenze vengono regolarizzate: un anno a partire dal saldo del dovuto pregresso; se i ritardi invece superano due rate o due mesi, il termine si raddoppia e diventa due anni, decorrenti sempre dal momento della avvenuta regolarizzazione;
- se i debiti non vengono rimborsati, le informazioni sui mancati pagamenti rimarranno in Crif per un tempo massimo di 3 anni, decorrenti dalla scadenza del contratto e dunque dal termine del piano di rimborso prestabilito; ma se subentrano vicende che rendono necessario un aggiornamento dei dati è possibile arrivare alla conservazione dei dati fino a 5 anni.
Previste anche molte misure cautelative a tutela dei dati personali contro i furti di identità o violazione dei sistemi informativi. Vengono anche stabilite garanzie per circoscrivere al minimo indispensabile il numero di persone autorizzate che potrà consultarli. Tutto questo dovrà essere riepilogato in un’apposita informativa da comunicare al sottoscrittore prima della sottoscrizione di ogni prestito i cui dati potranno essere inseriti in Crif o in un altro Sistema di informazioni creditizie (Sic).