Opinioni divergenti sul Dl Calabria
Si torna a parlare di carenza dei medici: il turnover non si sblocca e lo scambio generazionale resta fermo. Le regioni protestano e cominciano a prendere dei provvedimenti per sopperire alla mancanza, alcune si stanno attivando coinvolgendo addirittura i medici militari o richiamando in servizio medici in pensione.
Ormai si può parlare quasi di una vera e propria carenza nazionale, eppure quello che manca non sono i laureati, che raggiungono un numero soddisfacente per l’esigenza del Ssn, quelli che scarseggiano sono invece i medici specialisti.
In Italia, per diventare specialista è prima necessario accedere alla scuola di specializzazione, ma per moltissimi anni le borse non sono state abbastanza rispetto al numero degli specialisti necessari a tenere in piedi i servizi pubblici.
Nel corso del tempo c’è infatti stato un surplus di laureati che non è potuto entrare nelle scuole di specializzazione e, contemporaneamente, un numero insoddisfacente di specializzandi rispetto alle esigenze delle regioni.
Per cercare di sopperire agli errori del passato, e garantire un ricambio generazionale costante e puntuale, il Governo ha già cominciato a muoversi.
Sono state aumentate le borse di specializzazione e quelle della medicina generale, ma per questo i risultati saranno visibili solamente tra qualche anno.
Altri passi in avanti, che porteranno risultati più nel breve termine, sono aiutare le Regioni a fare i concorsi, stabilizzando quindi i precari, e inserire in Legge di Bilancio una norma che permetta agli specializzandi già dell’ultimo anno di poter partecipare ai concorsi.
C’è poi il Dl Calabria, che sta creando non poche controversie. Il testo del Decreto, che dopo la scorsa approvazione alla Camera passa al Senato, prevede che gli specializzandi non solo abbiano possibilità di fare concorsi ma, in caso di particolari carenze, possano anche iniziare a lavorare, evitando così che le regioni si attrezzino in maniera autonoma per sopperire alle mancanza di personale sanitario.
A difesa del Dl, si schiera l’Anaao, secondo cui la possibilità di assumere gli specializzandi prima a tempo determinato e poi indeterminato alla fine del loro percorso formativo, anticiperà il loro ingresso nel mondo del lavoro, con estremi benefici sul turnover.
Contro il Dl Calabria, si mobilitano invece oltre 100 docenti tra ordinari e associati dell'Università Federico II di Napoli, direttori di Scuole di specializzazione, presidenti di Scuole di Medicina, di Corsi di Laurea e direttori di Dipartimento universitari delle due università di Napoli, secondo cui consentire agli specializzandi di iniziare a lavorare metterebbe in gioco la qualità dell'assistenza e il rischio di una profonda dequalificazione della formazione specialistica medica e della qualità dell'assistenza pubblica.