Crisi del rapporto medico – paziente
I camici bianchi non sembrano avere vita facile ultimamente: turni massacranti, mancato turnover, borse di studio non corrisposte regolarmente agli specializzandi ‘78-2006 e ai colleghi medici di Medicina Generale e un contenzioso medico-paziente sempre più preoccupante.
Sono infatti 300 mila le cause presentate ogni anno contro i medici e le strutture sanitarie, sia pubbliche che private. Il 95% dei procedimenti penali si esaurisce poi con un proscioglimento, ma rimangono tante le cause che vengono intentate quotidianamente. La chirurgia è il settore che riceve il maggior numero di contestazioni (45,1% dei casi), segue l'area materno-infantile (13,8%) e quella medica (12,1%).
Si denuncia soprattutto al sud Italia (44,5%), al nord si supera di poco il 32% mentre nel centro Italia ci si ferma al 23,2%.
Questi sono i numeri presentati a Milano durante l’evento “Responsabilità professionale e arbitrato della salute”, organizzato dall'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano in collaborazione con Consulcesi. Numeri che mettono in luce le difficoltà in cui lavorano ogni giorno i nostri professionisti sanitari, quasi un clima da “caccia al medico” che danneggia la serenità e l’alleanza terapeutica con i pazienti.
Il presidente dell’OMCeO di Milano, Roberto Carlo Rossi, sottolinea come le cause intentante verso i camici bianchi danneggino in realtà tutto il settore medico, pesando enormemente sui colleghi. Da qui nascono una serie di comportamenti pericolosi, come la medicina difensiva o di astensione, che potrebbe addirittura spingere i medici a non agire in cause troppo complesse, proprio per paura.
Tra le varie cause ci sono poi anche quelle “temerarie”, intentate da consulenti che spingono i pazienti a farle, creando un circolo vizioso e impegnando le aule dei tribunali.
D’altronde, come tutte le professioni, anche quella del medico è soggetta a una percentuale di insuccessi, sarebbe però necessario far capire al paziente che un conto sono gli errori e un altro sono le complicanze.
Le cause costano, costano ai pazienti, ai medici e al Sistema Sanitaria Nazionale.
Con la Legge Gelli si sta tentando arginare la situazione, garantendo tutela sia ai pazienti sia ai medici nel pieno rispetto dei loro diritti e facendo in modo che ogni errore, sia doloso sia colposo, sia pagato ma resta comunque una clima di conteziosi che sembra difficile da raffreddare.
A tale proposito, Consulcesi propone l’istituzione di un Arbitrato della Salute, proposta raccolta da Pierpaolo Sileri del M5S, presidente della Commissione Sanità al Senato. L’arbitrato potrebbe essere un ottimo modo per ristabilire un equilibrio e dar vita a un luogo di confronto e non di contrasto per la risoluzione delle controversie, evitare le cause temerarie e tornare ad avere un rapporto sano tra i cittadini e la sanità.
Un altro aiuto potrebbe venire anche la tecnologia Blockchain che, unita alla patient satisfaction, può diventare uno strumento innovativo per raccogliere in tempo reale le opinioni dei pazienti sulle cure ricevute, raggruppandole e censendole in un database condiviso da tutte le strutture per garantire analisi confrontabili nel pieno rispetto della privacy e validate dalla blockchain.
Ad oggi, per evitare di farsi cogliere impreparati in caso di controversie o contenziosi legali che possono verificarsi nel corso della vita professionale medica, la migliore soluzione resta tutelarsi.
Club Medici Broker garantisce ai propri soci una soluzione con tariffe esclusive dedicate e condizioni in linea con l’attuale legge Gelli-Bianco, oltre a un’attività di consulenza stragiudiziale e giudiziale nei principali settori del diritto, tra cui quello civile, penale ed amministrativo.