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IN AUMENTO IL NUMERO DI CAUSE PRESENTATE CONTRO I MEDICI
Crisi del rapporto medico-paziente
La malpractice medica è associata alla malasanità, un concetto ad oggi abbastanza fumoso e confuso.
Sono infatti numerosissime le cause presentate ai tribunali contro i medici e contro le strutture sanitarie, pubbliche e private.
Ad oggi si parla di 300 mila cause pendenti contro i medici, con 35 mila nuove azioni legali presentate ogni anno. Il 95% dei procedimenti per lesioni personali colpose si conclude poi con un proscioglimento, cifra che scende poi al 66% per quanto riguarda i contenziosi civili.
Tutti questi numeri sono contenuti in un documento presentato dal gruppo Consulcesi, che propone l'istituzione di un Arbitrato della salute come luogo di confronto, e non di contrasto, per la risoluzione delle controversie.
Se si va nel profondo, non si tratta meramente di numeriche. La crisi medico-paziente va avanti già da un po’ e ha portato ad una frattura nel rapporto, tangibile soprattutto nelle aggressioni che subiscono ogni giorno i medici, e nei numeri delle controversie legali. Il camice bianco non gode più dello stesso rispetto nell’esercizio della professione come accedeva invece decenni fa, quando i pazienti si affidavano completamente alle sue cure. Le aree maggiormente a rischio contenzioso sono: chirurgia (45,1%), materno-infantile (13,8%), medicina generale (12,1%) e emergenza-urgenza (10,6%). Da un punto di vista geografico, la maggior parte delle cause è intentata al sud e nelle isole (44,5%), con percentuali più basse al nord (32,2%) e ancor più basse al centro (23,2%).
Negli ultimi anni i pazienti sono diventati sospettosi verso i medici, spesso sono addirittura portati a pensare che intorno alla medicina ruoti in realtà un business. Questo spinge i dottori a praticare una sorta di medicina difensiva, con costi non indifferenti per il SSN visto che si parla di 8 - 12 miliardi l'anno.
Di sovente, sono i paziente stessi a recarsi dal medico avendo già googlato i sintomi su internet e presentando simultaneamente delle diagnosi elaborate da ciò che hanno reperito in Rete.
I medici sono costretti così a prescrivere qualche esame in più, magari non necessario, ma sicuramente difensivo, nel caso in cui il paziente intentasse una causa.
I professionisti dal settore sanitario sono spesso protagonisti di attacchi non solo portati avanti da chi subisce realmente un danno da un’operazione chirurgica o da una terapia andata male, ma anche da chi porta avanti cause per cercare di trarre profitto da una situazione spiacevole, come parenti di persone molto anziane che aspettano fuori all’ospedale il medico secondo loro responsabile della morte del nonno centenario o famiglie con difficoltà economiche che vedono nel ricovero o nel decesso di un parente, la possibilità di tentare una causa da cui trarre qualche soldo.
Questa situazione porta a una condizione di stress l’operato del medico: circa il 78% di loro ritiene di correre un maggiore rischio di procedimenti rispetto al passato, il 68,9% pensa di avere 3 probabilità su 10 di subirne; il 65,4% avverte una pressione immeritata nella pratica quotidiana.
Secondo Gelli, quella delle cause contro medici e ospedali è una moda che ha portato in realtà gravi danni al servizio sanitario nazionale e a cui si è cercato di dare una risposta seria e precisa con la legge Gelli, approvata nella scorsa legislatura e relativa alla responsabilità dei medici.
La legge Gelli tutela infatti sia i pazienti sia i medici e garantisce a entrambi il pieno rispetto dei propri diritti facendo in modo che ogni errore, sia doloso sia colposo, sia pagato senza impedire però ai medici di fare il proprio dovere, in primis quindi curare le persone.
Per assicurare ai medici un operato che garantisca tranquillità, Club Medici Broker garantisce ai propri soci una soluzione con tariffe esclusive dedicate e condizioni in linea con l’attuale legge Gelli-Bianco.